Principi etici adottati
1.Uguaglianza. Ogni persona è degna di uguale considerazione e rispetto. L’ azienda di conseguenza rispetta ugualmente ogni stakeholder, considerandolo fonte di diritti e di valori a sé, e non mero mezzo per i propri scopi.
2.Autonomia. L’ azienda promuove l’autonomia e la libertà di scelta del cliente e degli stakeholder. Sulla base della consulenza offertagli, il cliente deve essere messo nelle condizioni di prendere le proprie decisioni in modo responsabile.
- Interesse del cliente. L’ azienda opera nell’interesse del cliente, cioè non solo il singolo committente dell’incarico, ma l’organizzazione-cliente in nome e per conto della quale l’incarico viene attribuito. Perciò egli favorisce la messa a fuoco degli interessi effettivi dell’organizzazione-cliente e degli obbiettivi effettivi della consulenza.
- Fiducia. L’ azienda opera in modo da giustificare e salvaguardare la fiducia in lui riposta, perseguendo l’interesse del cliente con lealtà e diligenza nello svolgimento degli incarichi, prevenendo e sventando i conflitti di interesse.
- Oggettività e indipendenza. Nell’uso e nel trasferimento di conoscenza e informazione, L’ azienda mantiene la sua indipendenza di giudizio, e formula le sue affermazioni su materie di fatto nel rispetto della massima oggettività e ricerca della verità.
- Imparzialità, empatia ed equo bilanciamento. Nel consigliare scelte e soluzioni, L’ azienda forma il suo giudizio in modo imparziale ma simpatetico nei confronti delle parti coinvolte. Di fronte al contrasto tra interessi legittimi egli cerca soluzioni di equo bilanciamento, che potrebbero essere accettate mediante un accordo imparziale, informato e non forzato dalle parti.
- Riservatezza e privacy. L’ azienda garantisce la riservatezza delle informazioni confidenziali ottenute dal cliente e il rispetto della privacy del cliente, dei membri dell’organizzazione e degli altri stakeholder con i quali egli viene a contatto.
- Trasparenza. L’ azienda segue il criterio di trasparenza nel fare emergere i problemi posti da contrasti, intendimenti non dichiarati o comportamenti ingannevoli, in modo che ciascuno sia messo in condizione di prendere posizione e di fare le sue scelte responsabilmente.
- Responsabilità sociale. Nel considerare le conseguenze anche non immediate delle attività di consulenza e per gli stakeholder del cliente, la società in generale e l’ambiente, L’ azienda è socialmente responsabile. Egli perciò ricerca soluzioni nel bene comune del cliente e dei suoi stakeholder, tali da essere al contempo sostenibili dal punto di vista finanziario, sociale e ambientale.
- Equa condotta contrattuale. L’ azienda offre benefici reali al cliente a fronte di un’equa remunerazione. I termini della prestazione di consulenza devono essere fin dapprincipio descritti tanto completamente quanto è possibile. Al sovvenire di eventi imprevisti, L’ azienda propone termini che sarebbero stati comunemente accettati in un accordo iniziale in cui tutte le informazioni fossero state ugualmente possedute dalle parti.
- Promozione delle capacità e della crescita professionale. L’ azienda promuove le capacità e la crescita professionale, dedicando attenzione al costante aggiornamento e crescita delle competenze proprie e dei propri collaboratori, nonché al sostegno delle prospettive di carriera e dell’impiegabilità dei collaboratori e dei dipendenti.
- Giuste remunerazioni. Nel consigliare le organizzazioni clienti e nell’organizzare la propria impresa, L’ azienda persegue la giustizia nelle remunerazioni, cioè la proporzionalità della remunerazione al contributo dato sia nel lavoro individuale sia di gruppo. Egli fa attenzione a che le opportunità iniziali delle diverse persone siano sostanzialmente eque, cosicché ciascuno possa dare il suo apporto essendo effettivamente dotato dei mezzi di cui ha bisogno.
- Cooperazione e concorrenza leale. L’ azienda coopera con le altre imprese per sviluppare e far circolare all’interno della comunità imprenditoriale le conoscenze e le innovazioni scientifiche, tecnologiche e culturali che consentono il miglioramento complessivo della qualità e dell’utilità sociale della consulenza. Inoltre le aziende competono tra di loro in modo leale e nell’interesse del cliente.
- Legalità. A parte casi estremi di obiezione di coscienza, la legge deve essere sempre rispettata indipendentemente dai contenuti particolari delle singole norme. Di conseguenza l’ azienda rifiuta gli incarichi che implichino violazioni della legge. Il Codice Etico richiede l’osservanza della legge, ma può istituire obblighi etici ulteriori rispetto a quelli legali, purché non in contrasto con la legge e con lo scopo di perseguire obbiettivi con essa compatibili.
- Integrità e reciprocità. La condotta professionale dei singoli professionisti dell’azienda deve essere moralmente integra, cioè far corrispondere alle parole i fatti, specie nell’osservanza del Codice Etico. L’ azienda coopera nella comunità imprenditoriale con chi reciprocamente rispetta il Codice Etico e si aspetta reciprocità nell’osservanza di principi etici analoghi da parte dei suoi interlocutori.
- Reputazione e accountability. L’ azienda sostiene la reputazione della propria attività innanzitutto attraverso il rispetto del Codice Etico. Per questo egli è impegnato a “rendere conto” della sua condotta, rispetto a quanto previsto dal Codice Etico, ai diversi stakeholder.
Comportamenti adottati nello svolgimento dell’incarico
Fanno parte della visione etica dei servizi erogati dall’azienda:
- la responsabilità morale verso il cliente per le conseguenze e gli effetti dei servizi, specie quelli che il cliente non è perfettamente in grado di prevedere a causa del differenziale conoscitivo e informativo a vantaggio dei singoli professionisti dell’ azienda, sia che si tratti di aiutare la presa di decisioni strategiche, sia che si tratti di assistere l’attuazione di politiche aziendali, per le quali occorrono conoscenze particolari. Tale differenza di conoscenza è costitutiva della stessa professione di consulenza di management, anche qualora la conoscenza sia impiegata per esprimere una valutazione esterna sulla base di elementi, informazioni e conoscenze aggiuntive, circa la fattibilità di ipotesi e piani d’azione elaborati dall’azienda, posto che essa non sia mera copertura e legittimazione di decisioni già prese.
- la cura della relazione fiduciaria con il cliente, nel senso dell’obbligo di esercitare la propria autonoma capacità di giudizio e di scelta circa strategie e decisioni attuative raccomandate, in modo da favorire e promuovere l’interesse del cliente, per come esso è stato espresso e chiarito nel corso delle fasi preliminari, ma anche come esso si è rivelato nel corso dell’attività di erogazione dei servizi.
Nell’ambito della cura della relazione fiduciaria, l’etica aziendale richiede sempre di rispettare e promuovere l’autonomia del cliente e quindi la sua responsabilità nel prendere le proprie decisioni nelle fasi in cui tali scelte siano richieste.
La visione etica tiene conto della complessità dei contesti organizzativi in cui l’ azienda entra. Perciò essa implica:
- saper distinguere “chi è cliente”: il committente dell’incarico ha certamente un ruolo importante per l’instaurarsi della relazione fiduciaria tra cliente e l’azienda, ma spesso egli affida l’incarico in nome e per conto del vero cliente che in ultima istanza è l’organizzazione a vantaggio della quale vengono prestati i servizi;
- avere consapevolezza dei possibili conflitti di interessi o anche contrasti tra interessi legittimi che si possono determinare, e quindi l’obbligo di perseguire la condotta etica come stabilita dal codice per affrontare tali situazioni potenziali, sia per prevenire i conflitti di interesse, sia per dirimere i contrasti tra gli interessi.
Pertanto, l’etica della consulenza aderisce al principio di responsabilità sociale dell’impresa e intende perciò il perseguimento dell’interesse delle imprese o delle organizzazioni in linea con il principio della creazione di valore per i loro stakeholder, nonché l’esercizio del ruolo di chi governa le imprese, e quindi di chi grazie a maggiore conoscenza lo consiglia circa l’esercizio delle funzioni di direzione, come basato su un dovere fiduciario nei riguardi di tutti gli stakeholder dell’organizzazione. Ciò significa:
- promuovere in modo bilanciato il loro reciproco interesse, prendendo decisioni volte a generare un vantaggio comune, e al contempo dirimere in maniera equa i conflitti distributivi;
- tendere alla sostenibilità finanziaria, sociale e ambientale delle attività delle imprese e delle organizzazioni, nonché dello sviluppo economico risultante.